Questioni di senso. Tra fenomenologia e letteratura

Riferimento: 9788868436117

Editore: Donzelli
Autore: Delogu Antonio
Collana: Saggi. Storia e scienze sociali
In commercio dal: 30 Marzo 2017
Pagine: 389 p., Libro in brossura
EAN: 9788868436117
29,00 €
Quantità
Non disponibile

  In caso di disponibilità non immediata, i giorni indicati fanno riferimento

al tempo che si dovrà attendere prima che il prodotto venga spedito.

Descrizione

Nella cultura novecentesca è presente una profonda linea nichilista, che risulta particolarmente evidente nell'intreccio tra filosofia e letteratura, ma che compare anche laddove si penserebbe di non poterla trovare, come nella metafisica fantastica di Emanuele Severino. L'unica via d'uscita dai percorsi nichilistici, secondo Antonio Delogu, si trova nell'approccio fenomenologico, che conduce alla conoscenza di quelle verità originarie del mondo di cui non possono dar conto né le scienze naturali, né le scienze umane, né la metafisica nel senso tradizionale. La fenomenologia può farlo, perché il suo compito non è di spiegare che cosa sia il mondo-oggetto, ma di descrivere e comprendere il senso del mondo per noi. Attraverso la lettura e l'interpretazione del pensiero di scrittori, poeti e filosofi come Pessoa, Husserl, Heidegger, Borges e lo stesso Severino, l'autore costruisce un percorso originale che si traduce in un autentico «breviario filosofico», uno strumento teorico per orientare il soggetto nella comprensione del mondo della vita. Dopo quasi centocinquanta anni dall'"Origine delle specie" di Darwin, l'idea che gli esseri umani siano riducibili a mera natura biologica non è giunta a un consenso universalmente condiviso, né nel campo della scienza né in quello della filosofia. Al fondo delle tante esperienze del mondo vissuto, la coscienza originaria, inscindibile ma non riducibile al corpo, diventa l'energia che consente all'individuo di rialzarsi dalle cadute, la bussola che lo guida nello spaesamento nichilistico, l'approdo sicuro nelle sue esistenziali inquietudini. Essere persona, insomma, è darsi una forma o uno stile d'esistenza il cui carattere essenziale è il dinamismo tra la pressione dell'abitudine e l'aspirazione alla trascendenza, tra la tendenza alla conformità a tradizioni o convenzioni sociali e la tensione a oltrepassarle, tra la passività e l'attività, tra l'assuefazione e l'attenzione, tra l'adesione e la distrazione, tra la riduzione a essere soggetti codificati e l'elevazione a essere soggetti liberati.