Nella «climatizzazione» estiva degli edifici la causa antropica dei «cambiamenti climatici». Se si spende energia per «raffresca

Riferimento: 9788899285647

Editore: Edizioni Tassinari
Autore: Mazzocchi Alessandro
In commercio dal: 2019
Pagine: 46 p., Libro in brossura
EAN: 9788899285647
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Descrizione

L'unità di climatizzazione estiva di un locale usa energia elettrica per lo scopo di raffrescarvi l'aria, secondo un principio di funzionamento che, nell'ambiente esterno al locale, altera il modo naturale nel quale la massa e l'entalpia dell'acqua atmosferica si distribuiscono tra atmosfera e idrosfera. Infatti, per mezzo dell'energia elettrica, il locale raffrescato cattura vapor acqueo atmosferico, ne dissocia la condensa dall'entalpia di vaporizzazione, indi, in atmosfera immette il calore di vaporizzazione e, in idrosfera, drena la condensa e la negativa differenza tra i prodotti della massa di condensa per le entalpie specifiche del vapore in uscita ed in ingresso nell'edificio. I numeri sono questi. Nell'esercizio estivo, un climatizzatore, che abbia potenza nominale 5 kW, genera almeno 2,5 l/h di condensa. Condensa che, da una stanza di un edificio, è drenata in idrosfera, ma proviene dell'aver estratto, dall'atmosfera, 2,5 kg/h di vapor acqueo! Nell'anno 2016, la potenza nominale globale della climatizzazione estiva degli edifici era 11673 GW. Pertanto, secondo il rapporto di proporzionalità [(2,5 l/h) /(5 kW)], ragionevolmente si deduce che...