I linguaggi espressivi della primissima infanzia. Spunti dal convegno del 28 ottobre 2005 con un intervento di Beth M. Bolton

Riferimento: 9791280334244

Editore: Edikit
Autore: Galtieri Francesco Saverio, Anselmi Paola
Collana: Didattica OSI
In commercio dal: 01 Gennaio 2005
Pagine: 38 p., Libro
EAN: 9791280334244
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Descrizione

Ormai sono passati otto anni dalle prime attività musicali rivolte ai neonati e dal seminario di Edwin E. Gordon organizzato all'interno dei corsi del Progetto Orff-Schulwerk (per la prima volta in Italia). La strada percorsa è stata lunga, costellata di corsi e seminari, convegni ed incontri, progetti pilota e DVD, cosi come tanti sono stati i compagni di strada: dai partner Istituzionali - Ministero della Pubblica Istruzione, Regione Lazio, Comune di Roma, Accademia di Santa Cecilia, Municipio Roma XVI e numerosi altri - alle Associazioni sparse in tutta Italia e ad insegnanti italiani ma anche portoghesi, lituani, croati, israeliani e palestinesi. La strada da fare è ovviamente ancora più lunga. Ma in quale direzione? Sorgono alcune domande: Con quale tecnica posso affrontare il lavoro con i piccolissimi. Fin dove possono arrivare?. Ma forse sono domande malposte. Se oramai è acquisito (ma purtroppo non ancora per tutto il mondo della didattica) che il bambino piccolo non è una scatola vuota da riempire, noi possiamo figurarci il bambino appena nato come un organismo pieno di circuiti primari che noi, attraverso interrelazioni ricche di stimoli, aiuteremo ad attivare e sviluppare prima che si 'ossidino'. Non una tecnica ma tecniche a confronto, un percorso metodologico e pedagogico invece che una metodologia ed una pedagogia. Confronto, ad esempio, tra l'esperienza gordoniana e quella schulwerkiana, tra il percorso di Delalande ed il bagaglio musicoterapico, le proposte labaniane e più in generale attenzione critica verso ogni riflessione e ricerca. Non per arrivare ad una tecnica codificata, ma per arricchire il nostro bagaglio ed ampliare le nostre vedute. Cosi abbiamo deciso di dar vita ad una rete nazionale di Associazioni, Scuole Civiche e strutture che operano stabilmente per ora in 8 Regioni. Ci poniamo l'obiettivo prioritario non di aiutare quei bambini che forse diventeranno musicisti, come taluni cercano di fare, ma quello di aiutare la loro crescita globale incentrando tutto sulle relazioni, attraverso le opportunità che il linguaggio musicale può offrire. Relazioni, e automaticamente confronto, tra operatori (da qui anche la scelta della presenza obbligatoria di almeno due 'insegnanti' in ogni gruppo), con e tra tutte le figure protagoniste dell'esperienza, dai bambini ai genitori, agli educatori ma anche agli Amministratori locali ed ai gestori. Una funzione che diventa più sociale e che si sforza di oltrepassare i confini tecnico-musicali. In questo contesto è più che naturale l'inserimento di Musica in Culla all'interno del progetto Note di Pace avviato con l'Ufficio per la Pace a Gerusalemme del Comune di Roma, che ha prodotto bellissime esperienze con gli insegnanti in Medioriente, soprattutto negli asili nido palestinesi e israeliani, la verifica di differenze accanto alle similitudini, la 'interposizione' di musicisti italiani con i colleghi delle due nazioni, anche qui come strumento di dialogo e relazione (intrecciando anche qui i rapporti e le collaborazioni con la Temple University di Philadelphia e quelli con la Jerusalem Academy of Music and Dance, il National Conservatory of Music of Palestine e numerose altre strutture internazionali). La nostra opera di confronto continuerà con convegni nazionali biennali e con il progetto di ospitare il seminario della commissione Early Childhood Music Education nel 2008 all'interno del convegno mondiale dell'ISME con insegnanti provenienti da tutto il mondo. Obiettivi forse ambiziosi, nel complesso, ma ai quali proviamo ad accostarci passo dopo passo. Parafrasando le parole che concludono il Candide di Leonard Bernstein, anche in questo caso pensiamo di poter dire: I paradisi non si possono trovare, i fiori più piacevoli, gli alberi più belli sono cresciuti su terreno solido. Non siamo né puri né saggi, né buoni; faremo quanto di meglio sappiamo.