Luigi Paganelli. La Resistenza, il cattolicesimo sociale, la CISL Il viaggio della minoranza che ha vinto

Riferimento: 9791255761136

Editore: Edizioni Artestampa
Autore: Guerzoni Antonio
In commercio dal: 02 Settembre 2024
Pagine: 888 p., Libro in brossura
EAN: 9791255761136
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Descrizione

Se la Resistenza durò e si irrobustì fu perché essa seppe esprimere dei valori etico-politici per cui molti furono disposti coscientemente a rinunciare anche alla vita. Ciascuno fu solo davanti alla propria coscienza, per decidere quale era l'amico e il nemico, quale il governo legittimo e quale l'usurpatore, quale il dovere e quale il tradimento. Ciascuno doveva decidere se rispondere al bando o andare sui monti a fare il ribelle, se collaborare o resistere, se fare la guerra o stare a vedere, se farla con gli uni o con gli altri (Luigi Paganelli). Questo è anche il contributo storicamente enorme che i cattolici hanno dato alla Resistenza. Hanno dato il contributo determinante a costruire le condizioni per una democrazia (Luigi Paganelli). Ho pensato tante volte che sarebbe stato bello per me cessare il mio impegno sindacale nel momento in cui fossi tornato in possesso di una tessera sindacale che riprendesse la serie delle tessere della Confederazione unitaria del 1946-1947-1948 che ancora conservo (Luigi Paganelli). È in atto un'offesa all'uomo, quando questo è disoccupato, cassaintegrato, prepensionato, costretto all'inattività ed all'inerzia, malamente e insufficientemente assistito, emarginato o ghettizzato, vittima di infortuni sul lavoro, senza casa o con casa inadeguata, in cerca di lavoro senza speranza di trovarlo, in preda a drammatiche solitudini, senza speranza nella vita, senza volontà di trasmetterla, privo di sostegni valoriali e di prospettive ideali. Quest'uomo offeso, che soffre, è Cristo! (Luigi Paganelli). La biografia di Luigi Paganelli, o piuttosto il suo profilo pubblico delineato nell'arco di tutto il Novecento, restituisce al lettore il senso della storia che ne ha contraddistinto la personalità, almeno in due accezioni: la prima, l'immedesimazione profonda con gli eventi del suo tempo, che cercava continuamente di leggere e interpretare prima di passare all'azione; la seconda, la ricerca delle radici non soltanto del proprio impegno pubblico, ma anche della comunità di appartenenza e del cespite culturale nel quale affondava la traiettoria che egli, in una certa misura, si incaricò di portare avanti (dalla presentazione di Paolo Trionfini).