In questo groviglio mortale. Due studi freudiani

Riferimento: 9788822903945

Editore: Quodlibet
Autore: Papparo Felice Ciro
Collana: Campi della psiche
In commercio dal: 28 Gennaio 2020
Pagine: 171 p., Libro in brossura
EAN: 9788822903945
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Descrizione

Pronunciata da Amleto nel suo ferale monologo, nell'ottica di una liberazione dal viluppo carnale che ci costituisce in quanto mortali umani, l'espressione (in) this mortal coil sembra adeguata ad avviluppare il senso della ricerca dei due studi freudiani qui raccolti: La terribile protesi. Il dottor Freud e l'enjeu della (sua) protesi e Vicissitudini di una sottospecie psichica: la formazione reattiva. Se, come Freud scrive nel suo Compendio di psicoanalisi a proposito dell'apparato psichico, «non c'è altra strada per far conoscere un complicato intrico di eventi simultanei che quella di descriverli nella loro successione», si può ben dire, dato il fattuale coil dell'apparato psichico, che il compito di Freud e della psicoanalisi si è svolto appunto nella direzione della comprensione del nostro umano e mortale groviglio. Il primo studio verte sulla posta in gioco che l'esperienza vissuta della protesi (utilizzata da Freud per gran parte della sua vita) ha proiettato sul suo pensiero, diventando, per lui, quasi una cifra stilistica dell'umano, e per noi, che ne facciamo ampia e partecipata esperienza oggi, cifra assoluta, data la sempre più consistente presenza dell'inanimato nella nostra vita quotidiana. Il secondo studio, entrando direttamente nella fabrica concettuale freudiana, raccoglie invece gli elementi strutturali e descrittivi di una sottospecie psichica, la cosiddetta formazione reattiva, per evidenziare quanto questa sottomarca della sublimazione sia in realtà la più frequente maniera umana di abitare l'ambiente naturale e il mondo storico, ridisegnando-rappresentando, l'uno e l'altro mondo, l'una e l'altra scena, a propria esclusiva-inclusiva immagine, nell'intento di potervisi collocare con poco disagio e con nessuna gratitudine - dimentichi, in questo sublime concerto, della verità esposta da Lucrezio nel suo poema: «la vita non è data in possesso a nessuno, ma in uso a noi tutti».